Veni, vidi, vici
/ˈweːniː ˈwiːdiː ˈwiːkiː/
Venni, vidi, vinsi
Veni, vidi, vici, traducibile in italiano come Venni, vidi, vinsi, è la celebre frase con cui Gaio Giulio Cesare annunciò la vittoria riportata il 2 agosto del 47 a.C. contro l'esercito di Farnace II del Ponto a Zela. Secondo la tradizione, Cesare pronunciò queste parole per sottolineare la rapidità e la decisività del successo.
Riferita da Plutarco (Caes. 50, 6) e altri autori, la locuzione è tuttora utilizzata, spesso in tono ironico, per descrivere un'impresa conclusa con successo rapido, totale e senza difficoltà. È una delle frasi più note e frequentemente parafrasate per celebrare una riuscita felice e immediata.
Riferimenti storici
Le parole vengono citate nella Vita di Cesare (50, 3), una delle famose Vite parallele del biografo e storico greco Plutarco.
«Subito marciò contro di lui con tre legioni e dopo una gran battaglia presso Zela lo fece fuggire dal Ponto e distrusse totalmente il suo esercito. Nell'annunziare a Roma la straordinaria rapidità di questa spedizione, scrisse al suo amico Marzio tre sole parole: «Venni, vidi, vinsi».»
Plutarco, Vite Parallele: Alessandro e Cesare
Non contento di aver stupito il Senato, per sottolineare la vittoria davanti all'intero popolo romano, nel trionfo Pontico, il terzo dei cinque che celebrò nel 46 a.C.
[Wikipedia]«...tra le barelle del corteo fece portare avanti un'iscrizione di tre parole, "Venni, vidi, vinsi" che evidenziava non le azioni di guerra, come negli altri casi, ma la caratteristica della rapida conclusione.»
Svetonio, Vite dei Cesari