A posteriori
/a postoˈrjoːri/
Da ciò che è dopo
A Posteriori: Significato e uso
L'espressione latina A posteriori viene comunemente utilizzata nella vita quotidiana e in diverse discipline come la filosofia, la matematica, le scienze empiriche, il diritto, e altri ambiti per indicare conoscenze e conclusioni tratte da esperienze passate. Ad esempio: "Esaminando a posteriori i risultati, possiamo confermare l'efficacia del metodo sperimentale".
A Posteriori: Traduzione, Significato e Utilizzo
A posteriori, traducibile come "da ciò che è dopo", si trova nei commentatori di Aristotele e si riferisce a una conoscenza che deriva dall’esperienza (induzione), in contrasto con a priori, che si basa su premesse preesistenti (deduzione). Letteralmente, "A Posteriori" significa "dal successivo". In italiano, si utilizza per indicare una conoscenza acquisita tramite osservazione e verifica.
Filosofia
In filosofia, a posteriori rappresenta tutto ciò che può essere conosciuto solo attraverso l’esperienza, in contrapposizione a a priori, che si fonda su principi indipendenti da essa.
Filosofia antica e medievale
Nella filosofia antica e medievale, questi termini non solo riguardano i procedimenti conoscitivi, ma assumono anche un significato metafisico. Platone distingue tra il sapere ideale, che sarebbe a priori, e quello empirico, che sarebbe a posteriori. Aristotele elimina la trascendenza e distingue tra il particolare sensibile (ciò che è primo per noi) e l’universale (ciò che è primo per natura).
I filosofi medievali, come gli scolastici, giudicavano perfetta la dimostrazione a priori, mentre consideravano imperfetta quella a posteriori, che risaliva dall’effetto alla causa (demonstratio quia).
Filosofia moderna
Questi concetti sono centrali anche nella filosofia moderna, quando empiristi e razionalisti ampliano il significato. Per esempio, gli empiristi come Locke e Hume accettano solo le verità conosciute a posteriori, negando che possa esistere una conoscenza innata (a priori). Leibniz distingue tra "verità di fatto" (a posteriori) e "verità di ragione" (a priori).
In Kant, il concetto di a posteriori viene usato per tutte le conoscenze che derivano direttamente dai sensi. Per lui, lo spazio e il tempo sono le condizioni necessarie, ma trascendentali (a priori) per percepire l’esperienza; tuttavia, il contenuto di queste percezioni si acquisisce solo a posteriori.
Filosofia contemporanea
In filosofia contemporanea, Konrad Lorenz associa a posteriori alle esperienze individuali che si accumulano e permettono di apprendere e adattarsi. Al contrario, Karl Popper considera che ogni conoscenza ha una base ipotetica e non è mai certa: anche ciò che percepiamo a posteriori è soggetto a revisione continua, in base a nuove osservazioni.
Giurisprudenza
In un tribunale, ad esempio, una sentenza "A posteriori" sarebbe una sentenza emessa sulla base della prova presentata durante il processo. Mentre in una conversazione casuale, potresti dire: "A posteriori, avrei dovuto portare un ombrello" per indicare che la tua conclusione (portare un ombrello) è basata sull'esperienza diretta (essere stato bagnato dalla pioggia).
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