Vestigia terrent
/wes.ti.gi.a ter.rent/
Le tracce spaventano
La locuzione latina Vestigia terrent, che si traduce in "le tracce spaventano", fu coniata da Orazio (65–8 aC), che la usò in una delle sue lettere. Si ispirò ad una celebre favola di Esopo.
Vestigia Terrent ed Esopo
Esopo racconta nella sua favola che Il leone e la volpe, il Leone, si ammalò e chiamò gli altri animali nella sua caverna per ascoltare le sue ultime volontà. Prima entrò nella grotta la capra, poi la pecora e infine il vitello. Dopodiché il Leone si riprese abbastanza da comparire all'imbocco della grotta, dove vide la volpe che seguiva gli avvenimenti. Il leone gli chiese perché non fosse andato da lui per mostrargli il suo rispetto. La volpe rispose: “Chiedo scusa a Vostra Maestà, ma ho visto le tracce degli animali che entravano nella grotta, ma non ne ho visti tornare indietro. Preferisco restare fuori finché non vedo ritornare gli animali che sono entrati.”
Vestigia Terrent: L'eredità del Passato
La locuzione latina Vestigia terrent, evoca immagini di antiche orme che ci mettono in guardia, segnalandoci il cammino e le insidie ad esso legate. In un mondo in cui il passato plasma il presente, l'espressione mantiene una rilevanza sorprendente e complessa. Il messaggio di Esopo insegna che è più facile cadere nella trappola di un nemico o in qualche altro tipo di trappola che liberarsene.
[Wikipedia]