Si vis pacem, para bellum
/si wi:s ˈpa.keːm, ˈpa. ra ˈbel.lum/
Se vuoi la pace, prepara la guerra
Si vis pacem, para bellum
La locuzione latina "Si vis pacem, para bellum", traducibile in italiano come "Se vuoi la pace, prepara la guerra", esprime un principio secondo il quale la capacità di difendersi e di combattere rappresenta uno dei mezzi più efficaci per garantire la pace. L'idea è che una nazione ben armata e pronta alla guerra scoraggi possibili aggressori, creando una condizione di equilibrio e di deterrenza.
Origini storiche
L'origine del motto si trova nella frase "Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum", riportata nel prologo del libro III dell'Epitoma rei militaris di Vegezio, un trattato militare risalente alla fine del IV secolo d.C. Questo concetto era tuttavia già stato espresso in forme simili da autori classici come Cornelio Nepote e Cicerone, i quali sottolineavano la relazione tra guerra e pace nelle loro opere.
Significato e interpretazione
Oltre al suo significato letterale, la frase implica un concetto più profondo: chi è capace di combattere comprende il valore della pace e può impegnarsi per conservarla. L'idea è che la preparazione alla guerra non debba necessariamente portare al conflitto, ma anzi servire a evitarlo attraverso un atteggiamento di vigilanza.
Usi successivi
Il motto è stato utilizzato in numerosi contesti storici e politici, spesso per giustificare politiche di riarmo o alleanze militari. Ad esempio, comparve in una stampa celebrativa dell'alleanza franco-russa del 1898, ma anche in dichiarazioni come quella di George Washington: "To be prepared for war is one of the most effectual means of preserving peace".
Varianti
Nel tempo sono state formulate diverse reinterpretazioni della locuzione, come "Si vis pacem, para pacem" ("Se vuoi la pace, prepara la pace") o "Si vis pacem, fac bellum" ("Se vuoi la pace, fai la guerra"), spesso per promuovere ideali pacifisti o per criticare l'inevitabilità del conflitto.