A Deo rex, a rege lex
/a ˈde.o ˈrɛks, a ˈrɛ.gɛ lɛks/
Dal Dio il re, dal re la legge
La locuzione latina A Deo rex, a rege lex si traduce letteralmente con Dal Dio il re, dal re la legge ed esprime il principio di origine divina dell’autorità regia, da cui discende l’ordinamento legale. Secondo questa concezione, il potere del re è legittimato e concesso da Dio stesso, e, in quanto tale, ogni legge emanata dal sovrano ha validità e deve essere rispettata dai sudditi come se fosse un’estensione della volontà divina. Questo antico principio sottolinea l’idea di una gerarchia in cui Dio è fonte ultima di ogni autorità, e il re ne è il tramite terreno, chiamato a governare secondo giustizia e nel rispetto dei valori religiosi.
Il motto A Deo rex, a rege lex si collega al concetto del "diritto divino dei re", secondo cui i sovrani non sono soggetti ad alcuna autorità terrena, poiché il loro potere discende direttamente da Dio. Questa concezione, profondamente radicata nel pensiero politico medievale e rinascimentale, è stata utilizzata per giustificare la supremazia monarchica, limitando il controllo delle altre istituzioni laiche o religiose sul potere del re.
Origine e contesto storico
La locuzione affonda le sue radici nel pensiero politico dell’Europa medievale, dove l’ordine sociale e politico era visto come strettamente connesso alla volontà divina. In un contesto in cui Chiesa e Stato erano strettamente intrecciati, i sovrani potevano rafforzare la loro autorità attribuendole una giustificazione religiosa. Il principio che vede Dio come fonte della regalità serviva infatti a consolidare la struttura gerarchica della società medievale, in cui il re non era solo un capo politico, ma anche un simbolo dell’ordine e della moralità che derivano dalla fede.
Il concetto è stato poi ripreso e perfezionato con l’avvento delle monarchie assolute nel Seicento, quando sovrani come Luigi XIV di Francia rivendicavano un’autorità illimitata proprio in virtù del loro diritto divino. Il re assoluto, quindi, non rispondeva ad alcun altro potere se non a Dio, e i suoi decreti erano visti come espressioni di volontà divina.
Utilizzo nella cultura contemporanea
Sebbene "A Deo rex, a rege lex" possa sembrare un concetto superato, l’idea di un’autorità che trae legittimità da una fonte superiore, sia essa divina o etica, si ritrova ancora oggi in vari contesti politici e sociali. Alcune monarchie moderne, benché costituzionali, mantengono simbolicamente il ruolo del sovrano come rappresentante di un’autorità morale o religiosa. In paesi come il Regno Unito, ad esempio, la regina è ancora considerata il capo della Chiesa anglicana, incarnando un retaggio del principio di "regalità divina" anche se senza alcun potere assoluto.
Inoltre, "A Deo rex, a rege lex" può essere interpretato in senso più ampio come simbolo della necessità di fondare le leggi su principi etici universali. In una democrazia moderna, infatti, la legittimità delle leggi non proviene più direttamente dalla figura di un sovrano divinamente investito, ma da un sistema di valori condivisi e rispettati da tutti i cittadini.
Significato morale e insegnamento
Il detto "A Deo rex, a rege lex" ci invita a riflettere sul rapporto tra potere e responsabilità morale, evidenziando come ogni autorità debba trovare la sua giustificazione in un valore superiore. In ogni epoca e contesto, l’idea di una legge giusta e condivisa resta fondamentale per garantire il benessere e l’armonia della collettività.
[Wikipedia]